Il rock non è morto, o almeno non lo sarà fin quanto ci saranno esponenti di rilievo come Slash a rappresentarlo. Giunto alla soglia dei cinquant’anni, l’ex chitarrista di Guns N’Roses e Velvet Revolver pare ringiovanirsi con il passar del tempo. A Roma ha dato vita ad una performance sopra le righe
Dopo gli Alt-J e gli Slipknot, Slash ha aperto alla grande la terza serata del Postepay Rock in Roma. L’ex chitarrista dei Guns N’Roses e membro dei Velvet Revolver, è salito sul palco di Capannelle assieme alla band dei Myles Kennedy & The Conspirators (Todd Kerns al basso e voce, Frank Sidoris alla chitarra e voce e Brent Fitz alla batteria) a supporto dell’album “World On Fire” il secondo di questa insolita, ma straordinaria band. Le date invernali del tour hanno registrato il tutto esaurito e per i numerosi fan italiani la tentazione di assistere nuovamente ad un concerto di Slash featuring Myles Kennedy & The Conspirators nel nostro paese era troppo forte, tanto che il sold out è avvenuto pure nella prima delle date italiane del tour quella del 23 giugno a Roma, per l’appunto.
Slash featuring Myles Kennedy & The Conspirators sono stati uno degli headliner di questa edizione, in una serata che ha visto anche i Rival Sons, calcare il palcoscenico all’Ippodromo delle Capannelle.
I Rival Sons, sono una band californiana di Los Angeles, capitanata da Jay Buchanan alla voce e Scott Holiday alla chitarra, che del gruppo è stato anche fondatore. In passato hanno già avuto modo di aprire concerti ad AC/DC, Alice Cooper e Kid Rock. Autori di un sound dirompente e trascinante, con ottimi giri armonici ed una buona ritmica, ed uno stile particolare che si richiama molto a quello dei Led Zeppelin hanno saputo entusiasmare un pubblico presentatosi già prevenuto, come spesso avviene per i gruppi di spalla. Sicuramente si parlerà molto in futuro di questo gruppo, caratterizzato da una ritmica potente dalla voce possente del cantante Jay Buchanan, quasi uguale a quella di Robert Plant.
Davvero un inizio strepitoso per la serata, quando, successivamente sul palco si scorge la folta chioma dei capelli di Slash da dietro le casse laterali, che sceglie la prima delle chitarre che suonerà durante il concerto. Il pubblico comincia a scatenarsi: entrano Myles Kennedy, Todd Kerns, Frank Sidoris e Brent Fritz, e per ultimo la star delle star, Slash. Si liberano nell’aria le prime note di “You’re a Lie“, ed è il delirio. Subito dopo “Nightrain”, classicone dell’era Guns N’Roses e via via successi vecchi e nuovi: da “You Could Be Mine” ad “Anastasia“, da “Back From Cali” a “World on Fire“, perle estratte da trent’anni di attività, attraversi i quali si snodano le quella vite di Slash, quella con i Guns N’Roses, quella con i Velvet Revolver e la terza che lo vedeva dapprima solista collaborare con altre rockstar di rilievo (leggansi Ozzy Osbourne, Fergie, Iggy Pop e Adam Levine), poi ancora in formazione stabile dal 2012 con Myles Kennedy e con The Conspirators
Tanta energia, tanto rock, perfino un momento intimo, nel quale si scopre “l’uomo” Slash, non solo grintoso e rude rocker, animale da palcoscenico, ma solo un padre, che per fare una sorpresa al figlio più piccolo, Cash Anthony, che proprio il 23 giugno, quando lui suonava a Roma, compiva il suo sesto compleanno. “Oggi è il compleanno di mio figlio più piccolo, Cash. Vi chiedo se per favore potete cantare tutti per lui ‘happy birthday”, dirà verso la fine del concerto.
C’è modo anche per mettere in mostra le qualità canore del bassista Todd Kerns , che interpreterà “Doctor Alibi” e soprattutto in “Welcome to the Jungle“, brano che apriva il primo grande album dei Guns N’Roses, “Appetite For Destruction” nel lontano 1987.
Tra i due momenti musicali da segnalare, sicuramente l’assolo-monstre di quasi dieci minuti all’interno di “Rocket Queen” e quello in coda ad “Anastasia” non meno intenso e mastodontico del primo, che si “attacca” al successivo brano “Sweet Child O’Mine“, senza che Slash stacchi un attimo le sue dita dalla chitarra.
Il finale non poteva che essere affidato a “Paradise City“, inno dell’epopea Guns N’Roses, acclamato a gran voce da tutti.
Di seguito la scaletta del concerto:
You’re A Lie / Nightrain / Avalon / Standing In The Sun Back From Cali / Wicked Stone / Double Talkin’ Jive / You Could Be Mine / Doctor Alibi / Welcome To The Jungle / Beneath The Savage Sun / The Dissident / Rocket Queen (+ Slash Solo) / Starlight / Bent To Fly / World On Fire / Anastasia / Sweet Child O’ Mine / Slither
Encore:
Paradise City
Foto: Daniele Crescenzi