Negli ultimi giorni ero ancora intento a gustarmi l’ultimo disco capolavoro di Paolo Benvegnù, non a caso inserito tra i candidati del Premio Tenco, che ecco l’annuncio che mi ha lasciato di stucco: gli Scisma sono tornati! Con un nuovo EP “Mr.Newman” e con un mini tour di tre date per presentarlo
Si erano divisi all’alba del nuovo secolo per “troppo amore” ed ora eccoli qui riuniti di nuovo, a loro dire, per riscrivere il finale. Chissa se è un finale o solo amore. Una cosa è certa: senza di loro tante band che abbiamo visto negli ultimi anni calcare la scena musicale italiana non avrebbero avuto un riferimento così forte come l’eredità che hanno lasciato gli Scisma con le loro sperimentazioni.
Al Monk Club di Roma il clima dell’attesa sembra proprio riportarci alla memoria le sane e buoni abitudini musicali di quel tempo in cui c’erano gli Scisma: non c’erano gli spettacoli circensi dei talent con i lustrini e le luci abbaglianti, non era ancora diffuso internet e YouTube, con le innumerevoli proposte musicali di oggi che si perdono nella frazione di un click. Si doveva badare al sodo, alla musica e alla sperimentazione (strada che nessuno quasi più azzarda a percorrere). Perché la musica non era una somma compressa di bit e pretendeva dall’ascoltatore il tempo necessario per l’assunzione senza assuefazione.
C’erano trasmissioni televisive dell’unico canale musicale della televisione analogica che dibatteva di musica italiana e la promuoveva in modo “serio e responsabile”, una su tutte il Roxy Bar di Red Ronnie (tornato dal 2013 sulla WebTv); e proprio a far rimaterializzare questi ricordi è la presentazione del libro “Firenze Suona” di Elisa Giobbi alla quale assistiamo prima del concerto.
Perdonate la divagazione ma questa è una serata proprio diversa dalle altre … siamo seduti su delle poltrone ad ascoltare un dibattito veramente interessante e il pensiero dello stesso Benvegnù sulla scena musicale italiana passata e odierna.
Ci si sposta poi nella sala live. Apre il concerto Fabio Cinti, prodotto da Paolo Benvegnù, che emozionato e con grande garbo ci presenta alcuni dei suoi nuovi brani.
Poi dallo squarcio di una tenda uno ad uno escono gli Scisma. Sara Mazo si riprende il posto al centro della scena dove non la vedevamo da tempo, e ancora Benvegnù, Michela Manfroi alle tastiere, Giorgia Poli al basso, la novità Giovanni Ferrario alla chitarra e il batterista Beppe Mondini.
Ed è subito “Good Morning”, buongiorno a voi Scisma! E nel buio del locale “è vero che la luce è nascosta nell’ombra”; riaprirono uno squarcio nella musica italiana ed ecco riportare quella luce ma sotto una veste per niente nostalgica di quello che fu ma sotto una veste del tutto nuova, ed ancora “Mr. Newman” e “Metafisici” dal nuovo EP.
Poi con “Giuseppe Pierri”, “Troppo poco intelligente”, “L’innocenza” e “Tungsteno” torniamo indietro nel tempo e capiamo che tutto ciò che suonava così talmente sperimentale è rimasto ancora attuale. Sara Mazi ipnotizza con le sue movenze oniriche e Paolo Benvegnù come un oscuro alter ego quasi si nasconde nel buio e appare con una luce da minatore e con la sua voce profonda. Ancora brani dal nuovo EP “Musica elementare” e “Darling, Darling!” che ha un giro di basso che non può non farti muovere e ballare, seguiti da “Stelle, stelle, stelle“.
Escono per una brevissima pausa ed è bis con “Jetsons High Speed”; “da che cosa mi sento diverso?” recita il testo e lo si capisce da cosa sono diversi gli Scisma. Poi il sogno, l’immaginifico con “Neve e resina” ma soprattutto “dimenticando il mondo” con “L’Equilibrio” e “trascendendo l’aria” verso l’acclamatissima “Rosemary Plexiglas”.
Il cuore è pieno di gratitudine per questo regalo, per questo ritorno, per questo nuovo finale. Grazie Scisma.
Setlist
Good Morning / Mr. Newman / Metafisici / Giuseppe Pierri / Troppo poco intelligente / L’innocenza /Tungsteno / Musica Elementare / È stupido / Centro / Darling, Darling! / Stelle, stelle, stelle
ENCORE: Jetsons High Speed / Neve e Resina / L’equilibrio /Rosemary Plexiglas / Simmetrie / L’universo
Galleria fotografica a cura di Fabrizio Di Bitonto