Il quintetto Ranky Tanky – un’espressione vernacola dell’Africa occidentale, corrispondente grosso modo a “facciamolo funky” – risiede a Charleston e attinge a una tradizione che risale al diciottesimo secolo, con epicentro proprio nella città portuale del South Carolina
È quella della comunità Gullah, costituita dai discendenti degli schiavi africani deportati dalla “costa del riso”. Appartenenti in origine a popolazioni di lingue differenti e assemblati casualmente nelle piantagioni del Nuovo Mondo, crearono una sorta di nuova lingua, ignota agli europei, per poter comunicare tra loro e resistere alla condizione di schiavitù. Propagatasi sulla fascia costiera dell’Atlantico, dal North Carolina alle contee settentrionali della Florida e nelle isole al largo della Georgia, la cultura Gullah (probabilmente una storpiatura di “Angola”) è tuttora popolare e rivendicata su vari terreni, dalla cucina all’artigianato al canto corale, sovente eseguito a cappella e con il solo accompagnamento di battimani o altre percussioni corporee.
La band mette in relazione il lessico artistico Gullah con elementi di soul, blues e jazz, e al canto allucinogeno della fremente Quiana Parler aggiunge la chitarra di Clay Ross, la tromba di Charlton Singleton, il basso di Kevin Hamilton e la batteria di Quentin E. Baxter, anche produttore di questa godibile selezione. I testi, in inglese ma per buona parte reperiti negli archivi, si mescolano con istanze libertarie, affini alle canzoni folk dell’era dei diritti civili (è il caso di “Freedom“, o di “Beat Em Down”, parente di “Will The Circle Be Unbroken”) e in più di un’occasione generano dei possibili tormentoni radiofonici: la corale title track, la sfuggente “Sometime”, “Stand By Me”, derivata, come il brano di Ben E. King, dall’omonimo standard di gospel, e soprattutto “Let Me Be”, in grado di soddisfare sia l’orecchio musicale che quello commerciale.
In un periodo di rivalutazioni, ancorché selettive, di espressioni artistiche minoritarie e marginali, il funk plurisecolare dei Ranky Tanky, moderna espressione di una tradizione ora preservata per decreto e dal 2006 riconosciuta per il suo contributo alla cultura d’America, si sta già conquistando il suo meritato spazio.
L’album “Good Time” dei Ranky Tanky è disponibile in CD e Vinile su Amazon (qui) e in streaming su Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui), iTunes (qui) e Apple Music (qui).