Una generazione dopo i fasti di Z.Z. Hill, Denise LaSalle, Bobby Bland, Little Milton e Johnnie Taylor, il vecchio Sud si prende ancora delle soddisfazioni con il blues di casa. Tommy Couch Jr. ha avvicendato il papà a capo della Malaco; ora è lui il principale responsabile della scoperta e del lancio dei talenti
I tempi sono cambiati, così come i gusti del pubblico e parte del mercato di riferimento, ma non gli obiettivi della gloriosa etichetta di Jackson: la sfida di conciliare integrità artistica, sostegno ai campioni locali e rincorsa al successo commerciale lanciata con “Bootleg Whiskey” di Grady Champion è destinata a proseguire.
Quarant’anni da compiere, Castro Coleman è un mississippiano verace, su cui sarebbe un errore non puntare; proviene da quella McComb che ha dato i natali a Bo Diddley, Omar Dykes, James Govan e Britney Spears.
Ha partecipato a più di cinquanta sedute di incisione, prevalentemente in territorio gospel, si è esibito in tutto il nord America, Europa e in Russia. Da quando si dedica a tempo pieno al blues – vincendo premi e concorsi a non finire, a partire dall’International Blues Challenge di Memphis del 2014 – ha deciso di farsi chiamare “Mr. Sipp“: mangiate le sillabe di troppo, è una storpiatura dialettale di “Mississippi”.
L’album-manifesto – The Mississippi Blues Child – si apre con lo schizzo autobiografico “TMBC” e contiene drammoni degni di B.B. King (“Say The Word”), brani riempipista costruiti su un solo accordo come “Sipp Slide” o “Hold It In The Road”, in odore di Tyrone Davis, inviti a godersi i soldi della paga (“Nobody’s Bisness”), sospetti di infedeltà (“Be Careful”) e rammarichi per una mancata riconciliazione coniugale (“Too Much Water”).
In parole e musica c’è tutto quello che serve alla riuscita di una carriera in blues, salvo l’autocompiacimento; quello lo lascia volentieri a chi frequenta le derive rock del genere.
The Mississippi Blues Child (Malaco)
Sito web – Youtube
In vendita su CD e in digital download su Amazon e iTunes e in streaming su Spotify.