Dopo poco più di un anno dalla pubblicazione dell’EP “ActorBoy”, e reduci dalle convincenti esibizioni dal vivo nei maggiori festival europei (Sziget e Magneet) e italiani (Home Festival) il trio romano John Canoe innesca la sua trappola sonora
È una vera e propria “Wave Trap” quella del disco, uscito su etichetta Bomba Dischi, con la quale i tre ragazzi romani di base a Testaccio (Jesse Germano, Mario Bruni, Stefano Padoan) hanno intercettato le onde alte e fragorose delle sonorità surf e vintage anni ’60, ma anche quelle garage e pop creando un contenitore sonoro ampio adatto non solo agli scenari assolati e marini della stagione estiva, durante la quale i dieci brani di questo disco mi hanno tenuto compagnia, ma a tutte le stagioni.
Con il brano di apertura “Chinese Take Away” il trio mostra suoni acidi e lo-fi che divengono allegri e scanzonatamente pop nei due brani successivi “Young Fall” e “Hold My Hand” che corrono via veloci e leggeri come la brezza marina.
“City of Who”, insolitamente funkeggiante, e “Digital Grey”, dai toni meno solari ma con un coro molto catchy, si scostano leggermente dal mood del resto dei brani regalando gli episodi più interessanti a cavallo tra le origini e un orizzonte espressivo futuro.
“Red Lips” ha un impatto prepotente: è come un’istantanea scattata mettendo a fuoco e immortalando l’attimo presente della band e la sua cifra stilistica autoproclamandosi sintesi dell’intero disco mentre “Devil” ci mostra il “lato oscuro” della band.
Dieci episodi che scivolano via sulla cresta dell’onda, senza mostrare segni di cedimento, che non ti fanno staccare le orecchie dall’ascolto, producendo movimenti involontari degli arti inferiori.
Menzione d’onore, infine, per la copertina del disco opera di Jimmy Lazer.
L’album “Wave Traps” dei John Canoe è disponibile su CD e in digital download su Amazon (qui) e iTunes (qui), mentre le date della tournée europea – in costante aggiornamento – sono disponibili sulla loro fan page ufficiale su Facebook (qui).