L’ultima grande vera diva della musica italiana si è esibita lo scorso 10 aprile alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium, in occasione del suo ultimo tour a supporto del disco “Eccomi”
La classe non è acqua e non invecchia mai… chiedetelo alla signora Nicoletta Strambelli, meglio conosciuta come Patty Pravo. Chi ha avuto modo di assistere al suo concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma dello scorso 10 aprile, si sarà reso conto come personaggi del suo calibro riescano ancora a dire la loro, dopo una carriera di circa cinquant’anni, da quando sul finire degli anni Sessanta, ancora giovanissima, calcava il palcoscenico del Piper di Roma, legando indissolubilmente il suo nome a quello dello storico locale, divenuto simbolo della Dolce Vita e della movida romana negli anni ruggenti.
Lei, come il Piper, è stata per anni il simbolo di quell’Italia del decennio d’oro, della rinascita e della spensieratezza, poi col tempo è diventata una protagonista della musica melodica italiana negli anni ’70, poi ancora della rivoluzione musicale degli anni ’80, che è stata anche una rivoluzione nel look, quello che Patty Pravo sfoggiava in quegli anni, caratteristicamente androgino, punk e un po’ spaziale (quel look lanciato da David Bowie che fece epoca).
Poi vennero gli anni della sperimentazione e della contaminazione, quegli anni nei quali Patty Pravo cercò nuovi linguaggi e nuovi percorsi artistici oltre che nuove esperienze musicali, fino ai giorni nostri con il suo ultimo e sorprendente album “Eccomi” trascinato da un singolo meraviglioso come “Cieli immensi” scritto da Federico Zampaglione, premio della critica a Sanremo 2016, e quinto posto in classifica generale, forse meritevole anche del primo posto, ma va bene lo stesso.
Sguardo magnetico, voce ipnotica, camminata unica e di gran classe, eleganza sobria ed essenziale, è l’immagine di questa ultima vera diva della musica italiana, che ha saputo mandare in visibilio il pubblico della Sala Santa Cecilia.
Non c’è che dire, la classe davvero non ha tempo, Patty Pravo è ancora in grado di reggere un palco più che degnamente, di conquistare gente di tutte le età (c’erano molti giovani, è questo è sicuramente degno di nota); sa interagire col pubblico e smuoverne le emozioni, confrontarsi con esso, e dopo una lunga carriera oramai sa anche cosa un pubblico si aspetta da una come lei.
Rispetto ad altre cantanti della sua generazione, Patty Pravo sembra avere una marcia in più: sa confrontarsi con gli autori giovani che scrivono per lei pezzi come, appunto “Cieli immensi” (Zampaglione), “Per difenderti da me” (Tiziano Ferro), “A parte te” (Giuliano Sangiorgi), “Qualche cosa di diverso” (Zibba), “Nuvole” (del cantautore, arrangiatore, chitarrista blues e produttore romano Giangi Skip) o con autori lontanissimi e diversissimi da lei come Vasco Rossi (sua è “Dimmi che non vuoi morire“). In questo ultimo disco addirittura Patty Pravo duetta con il rappre Emis Killa nel brano “Non siamo eroi“, segno indiscutibile per Patty di saper sempre percorerre i tempi e sapersi così conquistare ancora una volta i favori del pubblico. Davvero unica.
Due ore di concerto dove Patty ci mette tutta se stessa, presentando gran parte degli estratti dall’ultimo album “Eccomi“, partendo proprio da “Cieli immensi” (lei stessa dice al pubblico al termine del brano di “rimanere piacevolmente stupita di quanto questo brano piaccia alla gente“) e dagli storici successi del passato che l’hanno resa grande come “Pensiero stupendo“, “La bambola“, “Ragazzo triste“, “Pazza idea“, “Se perdo te” (queste ultime tre raccolte tutte in un medley di grandi classici che hanno incluso anche “Sentimento” e “Il Paradiso“), mettendo in mostra le sue due anime, quella rock e quella romantica.
Insomma dopo cinquant’anni di carriera e oltre 120 milioni di dischi venduti in tutto il mondo che ne fanno, dopo Mina, la cantante italiana di maggior successo di tutti i tempi, Patty Pravo è ancora pronta con l’entusiasmo di una ragazzina a mettersi in gioco, con garbo e leggerezza, sempre indiscutibilmente unica, glamour e assolutamente… divina!