Dopo il successo ottenuto al Fabrique di Milano, il rapper marchigiano porta in scena all’Atlantico di Roma “Squallor“, il suo ultimo prodotto, certificato disco d’oro
Tra i rapper è “costume” non mandarsele a dire, e Fabri Fibra in questo non fa eccezione. Per lui “il rap italiano è morto in un incidente guidando una Lamborghini”, lo dice chiaramente senza mezzi termini al pubblico romano. Il riferimento del tutto voluto, senza mai citarlo direttamente è per Fedez. Il pubblico capisce e subito partono cori e “vaffa…” all’indirizzo del collega ed odiato rivale di Fabri Fibra.
“Se non dai il culo non sei nessuno – afferma il rapper marchigiano – chi fa rap serio e vuole comunicare qualcosa viene ignorato da tutti. Non vi sembra strano? Il mio concerto di Milano è stato una bomba, ma non ne ha parlato nessuno: si interessano solamente del rap di merda” e poi ancora: “Se non sei figo non ti caga nessuno, oggi qui siete in tanti ma domani di voi e di questo concerto non ne parlerà nessuno. Perché “non sei nel circuito”, e se non sei nel circuito, non esisti“. Questi alcuni dei passaggi più “rabbiosi” di Fibra, verso il sistema, lo star system da lui e da molti altri artisti “alternativi” molto criticato.
Noi al contrario, di questo concerto ne parliamo e siamo contenti di farlo. Lo “Squallor Tour” di Fabri Fibra è, se vogliamo qualcosa di coraggioso. Fibra ha scelto di scrivere qualcosa di più complesso e assolutamente poco commerciale. Indigesto a volte, scomodo, ma decisamente più vero, più vicino alla sua personalità, definendolo il suo “disco più importante”. Da qui si evince, che questo prodotto è sicuramente frutto di una maggiore libertà compositiva, priva di lacci o legata a qualche sorta di “compromesso”.
Musicalmente meno hip hop, più vicino a sonorità house, con testi al vetriolo incentrati su temi politici, economici, sulle mode e soprattutto sul “sistema”, ovvero sul mercato musicale, dominato dalla televisione, dai talent, incline ad obbligare gli artisti ad allinearsi a certi stereotipi, senza mai uscir fuori dal seminato.
Tutte cose alle quali in sostanza, Fabrizio “Fabri Fibra” Tarducci ha deciso di dire di no, in questo disco.
“Compriamo le stesse cose, siamo tutti uguali. Parliamo la stessa lingua ma ci si capisce solo nei social network“, dice Fibra. Alle volte, ci verrebbe da dire a noi, nemmeno sui social ci capiamo, anzi li è più facile che una riga di testo scritta male su di un post, porti alla chiusura di almeno una ventina di amicizie, vere o virtuali che esse siano.
Ma poco importa, oggi il mondo va così. Fibra, a suo modo cerca di ripercorrere quello stile ostinatamente contrario che era dei cantautori alla Fabrizio De André, Francesco Guccini, Claudio Lolli e Stefano Rosso. All’epoca era la canzone d’autore ad inveire, prima ancora certi poeti maledetti.
Diciamo che mentre in America, il rap continua a svilupparsi sul filone della lotta di classe, del razzismo e dell’edonismo (specialmente nel gangsta rap), qui in Italia, cerca con Fibra di riesumare un po’ la canzone di protesta, portandola però in una chiave del tutto nuova.
Durante il concerto, Fabri Fibra si è concentrato maggiormente su brani di ultima produzione: parte subito forte con “Rock That Shit” estratto dall’ultimo album “Squallor“, al quale fanno seguito “Troie in Porsche“, “Lamborghini“, “Rime sul beat“, “Come Vasco“, “Alieno“, “Il rap nel mio paese” e “E tu ci convivi“, tutti appartenenti al suo ultimo lavoro “Squallor“, proposto quasi interamente formando la parte più corposa dell’intero concerto.
Deluso sicuramente chi si aspettava i suoi successi più celebri, come: “Tranne te“, “Pronti, Partenza, Via!“, “Vip in Trip” oppure “Applausi per Fibra“), quasi “rinnegati” da Fabrizio, che ha deciso di concentrarsi esclusivamente su questa ultima sua proposta musicale.
Vari ospiti durante la serata hanno cantato con Fibra, com’è solito fare in questi contesti: Gemitaiz e Madman che hanno cantato insieme a lui “Ramadan” e “Non me ne frega un cazzo!“, Nitro insieme a Fibra per “Dexter” e “Ong Back“, Gel ospite sul palco per rappare “A Volte“.
Presente tra il pubblico Federico Zampaglione dei Tiromancino, salutato da Fibra dal palco che lo ha ringraziato per la presenza.
La scaletta del concerto:
Intro (con Lucariello), Rock that shit / Troie in Porsche / Amnesia / Lamborghini / Rime sul beat / Come Vasco / Alieno / Il rap nel mio paese / E tu ci convivi / Anteprima / Lo sto facendo / Dexter (con Nitro) /Ong Back (con Nitro) / Trainspotting / Playboy / Pablo Escobar / E.U.R.O. / Sento le sirene / Non me ne frega un cazzo! (con Gemitaiz e Madman) / Ramadan (con Gemitaiz e Madman) / Io non t’invidio / Non crollo / A volte (con Gel)
ENCORE: A casa / Panico / A me di te
Galleria fotografica a cura di Giampaolo Vasselli