Dopo il successo di pubblico e critica alla Galleria “Rossmut” di Roma, “Doorway to Identity”, la doppia personale di Brandon Boyd e Seven Moods, a cura di Loretta di Tuccio, si sposta a Firenze, negli spazi del Borghese Palace Art Hotel
La mostra, che espone le opere di due musicisti-artisti, il frontman della celebre band americana “Incubus” e il batterista dei “Tiromancino”, inaugurerà il 15 gennaio alle ore 19, durante la settimana del “Pitti Immagine Uomo”, il grande evento dedicato alla moda maschile che apre, ogni anno, le settimane della moda europee ed internazionali.
Il Borghese Palace Art Hotel situato a un passo dagli Uffizi, dal Duomo e da Piazza della Signoria, è un boutique-hotel che accosta in un’unica, sofisticata sintesi, il fascino dei palazzi storici fiorentini e il gusto per la modernità, dove la struttura e gli elementi portanti della dimora quattrocentesca convivono in perfetta armonia con un’elegante anima moderna, così che la hall e gli spazi comuni diventino lo sfondo perfetto per le mostre di artisti internazionali che l’hotel ospita ogni mese.
“Doorway to Identity” rispecchia un gioco tra due identità di artisti-musicisti che si confrontano a loro volta con quelle dei soggetti che animano le loro opere: Brandon Boyd e Seven Moods, aka Marco Pisanelli, in maniera totalmente simmetrica, dividono la loro vita tra arte e musica, con una produzione artistica che, nonostante le specificità individuali, vede le rispettive opere comunicare tra loro.
Le opere presenti in mostra sono connotate in maniera decisa dai rispettivi linguaggi che li rappresentano. Come scritto nel testo critico che accompagna la mostra: “olio e acqua scorrono su due linee parallele che convergono idealmente nella creazione di un ponte con il proprio immaginario. Nella serie di opere su carta, il tratto meticoloso di Boyd procede verso la ricerca di una correlazione che dichiari l’identità umana come parte di un unicum inscindibile con gli elementi che la circondano; in un alternarsi di astratto e concreto, le sue figure emergono da pazienti labirinti dove il segno, come in un lavoro topografico, delinea ipotetici paesaggi tracciando una geografia umana. Se per Boyd matrice è la natura, fonte generatrice di forme pure e ripetibili in quel tema ambiguo ed infinito che è l’identità, per Seven Moods il riconoscimento avviene attraverso il simbolo e l’enigma. I volti delle sue donne si rifugiano in una identità surreale, onirica, in uno spazio altro, un piccolo palcoscenico fantastico popolato da animali, pianeti e simboli alchemici che conferiscono un carattere velatamente misterico ai suoi lavori.
Seppur con una resa estetica differente, legata alle specificità visionarie dei due artisti, ed ai relativi impianti narrativi, le loro opere compongono un percorso in cui le identità figurative non sono le uniche a dialogare tra loro; la simmetria è trasposta sul piano del reale e vede le rispettive personalità intrecciarsi sotto il segno della musica”.
Seguendo lo spirito di contaminazione che identifica la galleria “Rossmut”, oltre alla presenza della linea moda “Technobohèmian” by John Malkovich, per l’occasione saranno presentate in anteprima una serie di lampade realizzate dai designer “SOB Shaping Outside the box” ispirate alle opere di Seven Moods.
Brandon Boyd nasce nel 1976 a Calabasas, in California. Nel 1991 inizia a cantare e scrivere testi di canzoni per quella che sarebbe poi diventata una rock band riconosciuta a livello internazionale, gli Incubus. La band è attualmente in studio ed ha annunciato un tour mondiale nel 2015.
Parallelamente all’attività musicale Boyd si interessa all’arte sin da già giovane ed ha all’attivo la pubblicazione di tre libri che racchiudono opere, fotografie e testi da lui scritti: “White Fluffy Clouds”, 2003, “From the Murks of the Sultry Abyss”, 2007 e “So the Echo”, 2013, anno in cui realizza anche il suo secondo album come solista: “Sons of the Sea”. Le sue opere vengono esposte in numerose mostre collettive e, in ambito artistico, Boyd ha intrapreso diverse partnership con vari marchi come TOMS Shoes e Hurley, per il quale ha realizzato un murales presso la Space Gallery; alcune parti di quest’ultimo sono state esposte al Country Museum of Art di Los Angeles, al Museo di Monterey (CA) e a Città del Capo, Sud Africa. La prima esposizione delle sue opere in Europa si è svolta lo scorso Marzo a Zurigo presso la Grafik 14, con la firma del suo libro che si è svolta anche a Parigi e Londra.
Marco Pisanelli nasce in provincia di Bari nel 1977 e cresce a Matera. All’età di diciotto anni si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, portando avanti parallelamente la passione per la musica con lo studio della batteria. “Seven Moods” è il nome con il quale decide di presentare la sua autorialità di pittore, nome legato alla simbologia mistica del numero sette. Ad essere ricco di simboli è anche il suo immaginario, uno spazio onirico popolato da personaggi quasi esclusivamente femminili. Le sue opere vengono selezionate per esposizioni collettive, in Italia e California, accanto ai nomi principali della scena pop surrealista e neo realista. Tra le mostre principali si ricordano: 2013- doppia personale con Nicoletta Ceccoli presso la Dorothy Circus Gallery, Roma; 2012 – “After the Night”, Dorothy Circus Gallery, Roma; 2012 “Inside her eyes”, collettiva presso Palazzo Valentini, Roma; 2013 – “Lacrima Acquarium”, collettiva presso Acquario Romano- Casa dell’Architettura; 2013 – “Painted Sound”, Flower Pepper Gallery, Pasadena; 2013 – “Mad Hatters”, Flower Pepper Gallery, Pasadena. La sua attività di musicista, consolidatasi nel tempo, lo vede attualmente come batterista della band italiana Tiromancino.
“Doorway to Identity“
Borghese Palace Art Hotel
Firenze – Via Ghibellina 174/R
15 Gennaio – 15 Marzo 2015