A lato della sua esibizione del 27 novembre scorso al Monk Club di Roma, abbiamo incontrato Cassandra Raffaele. La talentuosa ed eccentrica artista siciliana, che nel 2010 aveva partecipato al talent X-Factor in squadra con Elio, ci ha raccontato “Chagall”, il suo ultimo lavoro discografico uscito il 30 ottobre
[amazon_link asins=’B0168TQGEK’ template=’ProdottoSingolo’ store=’fbofferte-21′ marketplace=’IT’ link_id=’febb0f64-ee70-11e8-8ac9-cd8417295720′]Questo tuo nuovo disco si può definire il disco del cambiamento: con “Chagall” cambi strada, percorri nuovi ambienti musicali, cambi look e modo di proporti al pubblico. Che cosa ha determinato questa tua voglia di cambiare rispetto al tuo precedente lavoro?
“Diciamo che il cambiamento per me è l’input base per fare sempre nuove cose. I dischi io li concepisco un po’ ognuno a se. Ci sono delle storie a se, dei film a se, ci sono scenografie, colori, costumi che cambiano e storie che cambiano. Naturalmente l’attrice è sempre la stessa. Questo modo di concepire l’arte, la musica, mi carica veramente di tanta energia. Mi entusiasma molto. Non riuscire a fare cose tutte uguali. Di uguale c’è la persona, ci sono io, con le mie idee”.
Come nasce la collaborazione con Elio e quella con Brunori?
“Conoscevo sia Elio che Dario Brunori, per motivi differenti. Elio l’ho conosciuto in occasione di X-Factor, anche se abbiamo avuto modo di vederci poi l’anno scorso, in occasione di un suo concerto, dove mi trovavo in opening act. Con Brunori ci siamo conosciuti al festival di musica indipendente che si svolge ogni anno a Tindari. In entrambi i casi sono affascinata dal loro modo di fare musica e di concepire l’arte. Poi ci accomuna un po’ questo senso ironico, questa visione ironica della vita, per quanto basta a non annoiarcela. Scrivendo l’album avevo questi due brani ho pensato bene di farglieli ascoltare, perché sia nell’uno che nell’altro potevano essere due ospiti eccellenti, molto idonei all’atmosfera, alle storie dei brani. Così glieli ho fatti sentire e me li ritrovo quindi dentro come ambasciatori di “Chagall“.
Perché il titolo “Chagall”?
“Chagall” anzitutto perché ho voluto omaggiare il modo di concepire l’arte, l’amore e la vita di questo pittore che influenzò tantissimo la pittura contemporanea agli inizi del Novecento, ma che ha lasciato dei segni di modernità che ancora oggi si possono vedere, in questa modernità di oggi, senza datarla. Mi sono voluta vedere così leggera, fluttuante nell’aria. Queste persone che si amano e si tengono per mano. È un modo che ho anche io di vedere la musica, così con leggerezza, qualcosa che ha colore. Io mi immagino sospesa così con i pattini quando penso alla musica. Così come in un quadro di Chagall”.
La canzone “Valentina” è stata una scelta di moda, del momento? Qual è l’esigenza che porta un cantante ad esprimersi in maniera così profonda su valori così importanti?
“Il brano “Valentina” nasce da un giro di accordi così una mattina, in modo abbastanza inconsapevole. Non sapevo fino a che punto avrei potuto raccontare questa storia di due donne. È stata un po’ la musica che mi ha suggerito. Ho voluto raccontare una storia di abbandono che comunque non ha nessuno schieramento. L’abbandono, così come l’amore sono sentimenti forti che non conoscono differenze sessuali. Valentina è una donna che viene abbandonata da un’altra donna”.
In “Chiedimi” il tema è la comunicazione. Quanto è importante per te la comunicazione?
“Chiedimi” è una canzone che parla di quanto sia difficile parlare bene e comunicare bene con le persone che si amano. A volte accadono cose nella vita che portano ad allontanarci. È una richiesta di aiuto, di volerci essere. “Io sono qui, chiedimi se vuoi parlare, lo facciamo”.
Cosa vorresti che i tuoi ascoltatori ti domandassero?
“Non sono una che si aspetta domande. Preferisco vivere l’attesa della domanda, senza preoccuparmi poi di quello che si parla”.
Il carattere del tuo disco espresso in un solo aggettivo e perché scegli quell’aggettivo
“Se devo descriverlo con una sola parola direi che è un album libero. Libero dagli schemi. Io ho voluto sperimentare tante cose, ispirandomi solo alla bellezza dell’arte. In un periodo storico in cui siamo bombardati da suoni e da ispirazioni”.
Ora che sei anche produttrice, oltre ad essere cantante, cantautrice, polistrumentista, arrangiatrice il termine “cantora indipendente” ti va un po’ stretto?
“No fondamentalmente il termine “cantora” mi rappresenta tutt’ora. “Cantora” è un po’ l’insieme di tutte queste cose. L’insieme di quello che sono e che esprimo con la mia arte, la mia musica, i miei strumenti che suono e con i quali mi approccio sempre in una maniera un po’ naif. Il termine “cantora” mi fa pensare al lavoro dell’artigianato musicale, fatto di strumenti, di lavoro e di tanto sacrificio e poi vedere le cose che costruisco prendere forma”.
Essere produttrice: la difficoltà e la libertà dell’essere produttrice…
“Produrre un album è una cosa bellissima che ti permette di assistere all’evoluzione di ogni singolo brano, ma è talmente impegnativo che non riesci a prenderti la tua vacanza da te stessa, è alienante, ma d’altra parte è talmente bello e talmente interessante ed entusiasmante che vale la pena di testare e di fare”.
Attualmente sei concentrata solo su questo lavoro o stai già pensando al prossimo?
“Ma chissà. Io sono concentrata su “Chagall” in questo momento, ma è ovvio che scrivo di continuo, non mi fermo mai e questa cosa mi aiuta a distrarmi da quello che sto già facendo. Perché è proprio vero che la vita ti accade quando sei intenta a fare altro. E così gli album li vivo come qualcosa che accade nel mentre faccio altre cose, in questo momento sono in tour con “Chagall” ma scrivo e quasi sogno, mi immagino cosa verrà dopo… il bello è questo”.
Consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere una carriera artistica come la tua, l’esperienza di X-Factor?
“È un’esperienza che non capita tutti i giorni fare X-Factor. Se questa possibilità la incontri per strada, vale la pena farla una sola volta, secondo me. Proprio per quello che significa. X-Factor è stato un programma televisivo, quasi surreale per la mia realtà musicale, fatta di musica dal vivo di live. È comunque stata un’esperienza importante che mi ha aiutato a decidere di non tornare più indietro. Non sono tornata a casa o al lavoro che facevo. Lavoravo in un ospedale, ho deciso di prendere un’altra strada, ho cominciato a scrivere canzoni, ho capito che volevo fare quello nella mia vita. Ragion per cui, si, consiglio a chi vorrebbe intraprendere una carriera musicale di fare un’esperienza simile, dandogli il giusto peso”.
Dal tuo punto di vista anche di produttrice, vedi nei talent, l’unico modo per farsi conoscere o il mercato riesce ancora a lavorare bene?
“I talent danno molte possibilità ma principalmente a interpreti. Basti pensare agli interpreti che sono usciti fuori in questi anni. X-Factor ha sfornato grandi voci, qualcuna meno interessante, qualcuna di più, qualcuna che è rimasta poco. Fondamentalmente è una trasmissione che può dare possibilità agli interpreti. Non è l’unico palco, se voglio vedere un concerto acquisto un biglietto. Ma non è per i talent che la musica sta in crisi. La musica sta in crisi perché la gente non compra più i dischi. Lamentarsi sul fatto che i talent abbiamo reso precaria la musica, secondo me, è un’eresia, perché la musica si è impoverita quando la gente non è andata più ai concerti, non ha vissuto più la musica e non ha comprato più dischi. Perciò, parliamo meno di talent e viviamo di più la musica”.
Tu facevi musica anche prima dei nuovi media, quanto è cambiata la musica rispetto a prima, con l’avvento dei nuovi media?
“Oggi per fare musica servono i contenuti, poi ci sono i social e una buona promozione sulla rete. Ma dietro a tutto ci deve stare il contenuto, ci vuole un palco il rapporto diretto con la gente. Benché la rete abbia una grande potenzialità dovuta dal fatto che, basta un click per raggiungere tutto il mondo, il rapporto che si instaura con un concerto dal vivo è diverso, è qualcosa in più”.
Per ultimo, perché comprare il tuo disco?
“Perché è l’album del secolo!!! È un pezzo di cuore, è un pezzo di vita, è un pezzo di storia, è un film da vedere, quindi spero che ci sia la curiosità della gente di andarlo a sentire”.
L’album “Chagall” di Cassandra Raffaele è disponibile su CD e digital download su Amazon e iTunes dal 30 ottobre 2015.
Qui in basso l’intera intervista realizzata da Giampaolo Vasselli e visibile su Youtube.